Descrizione
OROVITA CRATAEGUS
TONICO CARDIACO
FAMIGLIA: Rosaceae
COMPOSIZIONE: Acqua 90%, Biancospino (Crataegus Oxiacantha L.) fiori e foglie 10%
COMPONENTI PRINCIPALI: pigmenti flavonici, ammine, derivati terpenici, istamina, tannino,
vitamina C
OLIGOELEMENTI: Mn 0,92 mg/L Mg 67 mg/L Co 0,03 mg/L K 580 mg/L
PROPRIETA': tonico cardiaco, ipotensore (per vaso dilatazione), antispasmodico, leggero ipnotico,
sedativo, ristabilisce l'equilibrio fra la pressione sanguigna e l'energia delle pulsazioni cardiache.
Contrasta il colesterolo sierico e l’enzima di conversione dell’angiotensina. Fortifica le pareti
arteriose, prevenendo l’aterosclerosi, rilassa la muscolatura interna della arterie stesse.
INDICAZIONI: palpitazioni, dolori cardiaci, angina pectoris, spasmi vascolari, tachicardia,
aritmie, vampe congestive, ipertensione arteriosa, arteriosclerosi.
MENTALE: insicurezza psichica, indecisione, non saper scegliere tra 2 strade
EMOZIONALE: paura dell’abbandono, confondere l’amore Universale con l’amore egoistico
SEGNO ZODIACALE: Capricorno?
SIMBOLOGIA PLANETARIA : Marte
CLASSIFICAZIONE ENERGETICA: Sulphur
ELEMENTO: Fuoco
MODO D'USO: da 21 a 33 gocce 3-4 volte al giorno, consiglio ore 6, 12, 18 e 24. Per un'azione
più profonda (di tipo energetico), la dose è da 12 gocce a 3 gocce 1 o più volte al dì per via
sublinguale.
ASSOCIAZIONI PIU' FREQUENTI: Orovita OLEA in caso di ipertensione; Orovita SOLIDAGO come
diuretico; AGNI come drenante; HYDROMIELE come tonico ricostituente.
ETIMOLOGIA Il Crataegus o Crataegon, oppure Crategone, ha avuto questo nome per l'uso che
avevano i latini, agli albori di Roma, di chiamare l'organo cardiaco: il Cratere del Cuore. Il sangue
esce da esso, come un getto di lava rossa, per spandersi in tutto l'organismo; ma il cratere era
anche il recipiente ove si mischiavano il vino e l'acqua, che noi potremmo configurare con il
flusso arterioso e venoso. Tutto questo, indica chiaramente la funzione principale di questa pianta,
che è rivolta al sistema cardiocircolatorio ed ai sui problemi
Etimologia del nome latino KRATAIGOS, che significa forza e robustezza.
Il nome volgare BIANCOSPINO, deriva dal fatto che questo arbusto possiede rami spinosi che in
primavera si ricoprono di fiori bianchi profumati.
Era riconosciuto fin dall’antichità come rimedio per regolare il ritmo del muscolo cardiaco,
esercitando un’azione sedativa in caso di ipertensione o come semplice calmante.
La sua leggenda più bella riguarda Giuseppe di Arimatea, che dopo la morte di Cristo ne avrebbe
raccolto il sangue in un calice divenuto poi il Sacro Graal. Arricchitosi con il commercio dello
stagno e sbarcato in Inghilterra dal suo bastone piantato in terra per la stanchezza, fiorì
miracolosamente un biancospino.
La Chiesa Cattolica lo considerava un efficace simbolo della vergine dei sette dolori, perché i fiori
bianchi alludevano alla verginità, gli stami rossi al sangue di Cristo e le spine ovviamente alla
passione.
Legato alla dea minore “Maia”, festeggiata nel mese di Maggio, è considerata la pianta del segno
dei gemelli simbolo di innocenza e giovinezza.
L’alchimista Angelini ci riporta la leggenda bretone secondo cui la volontà è nascosta nel
Biancospino, poiché in esso dorme il Mago Merlino trasformato in questa pianta da Viviana, dopo
che ella gli ebbe carpito tutti i suoi segreti. In base a questa tradizione si può desumere l’azione del
Biancospino che, attraverso la sua azione sul sistema nervoso e sul cervello, può portare ad uno
stato di quiete interiore ove i segreti del Mago possono svelarsi.
Del resto, Marte è la funzionalità che governa la Volontà: il Biancospino, associato a questo
pianeta, porta in potenza questa funzionalità.
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